| È la regina dei Teen Movie, ormai, quando si parla di ragazzi, non si può prescindere da lei. Pur essendo diventata il modello di riferimento per la sua generazione, Lindsay ha avuto un infanzia per nulla comune visto che recitava già all'età di tre anni. Oggi è una star dell'intrattenimento. Cresciuta da quel suo primo "Genitori in trappola", già un impegnativo doppio ruolo, non sbaglia un colpo e chiude importanti contratti pubblicitari con società di prodotti per ragazzi. L'estate italiana la vede protagonista con due titoli: "Quanto è difficile essere teenager!" e "Mean Girls".
Lindsay, quanto è difficile essere teenager?
Come teenager, io mi ritengo molto fortunata, però attenzione: ogni età ha i suoi drammi...
Sono un po' i problemi che ha anche Cady, la protagonista di "Mean Girls"?
Quello che si trova a passare Cady è un po' quello che succede ad ogni liceale, con qualche esagerazione è vero, per riderci un po' sopra. I miei problemi sono diversi da quelli di un normale liceale visto che, passando molto tempo fuori casa, ho dovuto fare studi privati...
Ti sei divertita ad interpretare questa "esploratrice" dei licei americani?
Molto. Quando mi sono trovata davanti la sceneggiatura me la sono letta tutta d'un fiato. Poi quando mi hanno detto che Tina (Tina Fey, la sceneggiatrice) aveva pensato a me fin dall'inizio mi sono veramente appassionata al film. Secondo me è stata bravissima a creare dialoghi veloci e pungenti al punto giusto. È tutto molto realistico, anche se un po' buffo. Non è stato difficile interpretare Cady, perché era facile identificarsi in lei. Non è poi così diversa da come sono io.
Come ti spieghi l'enorme successo che questo film ha avuto negli Stati Uniti?
Quando ho sentito i primi risultati sono rimasta meravigliata, e nello stesso spaventata al pensiero che così tante persone mi avessero vista. Per quanto riguarda il Box Office, di solito non ci penso proprio, non penso a quel genere di cose. Noi abbiamo cercato di dire qualcosa e il pubblico sembra aver gradito, eccezionale! Credo che il motivo principale sia che si fa vedere com'è la vita all'interno di un normale liceo americano, con i toni forse un po' esagerati, ma le cose vanno così. Poi c'è anche un messaggio universale che è: "sii te stesso non cambiarti e non cercare di essere qualcun altro", e cose del genere...
Ci racconti qualcosa sul tuo personaggio?
Cady è cresciuta in Africa con la sua famiglia e non è mai stata in un liceo come lo intendiamo noi. Per lei il primo giorno di scuola negli States è un vero e proprio trauma: non conosce nessuno e si ritrova a mangiare la merenda da sola nella toilette. Anche a me è successo di cambiare spesso scuola e so cosa vuol dire. Poi incontri qualche persona che ti dà un po' di confidenza, nel caso del film sono Janis e Damian, due ragazzi che iniziano a raccontarmi come funzionano le cose lì, e che presto diventano i miei migliori amici. Inizialmente Cady non si rende conto di cosa veramente vada curato, di cosa abbia realmente importanza e si lascia andare a cose molto futili.
Ti piace fare pettegolezzi sui tuoi amici e compagni di scuola?
Sì, lo ammetto. A scuola ero una grande pettegola. Mi piaceva sapere tutto di tutti, chi usciva con chi e cose del genere. Non era molto divertente per chi si sentiva sempre al centro delle attenzione e riceveva migliaia di domande. Io mi giustificavo sempre con la frase: "sto solo cercando di essere carina..."
Nel tuo liceo c'erano delle categorie? Delle classificazioni?
Beh, non sono molto diverse da quelle descritte in Mean Girls. Ci sono i cervelloni, quelli fissati con la matematica e le scienze in genere. Ci sono le cheerleader, le più belle della scuola, quelle con la fissa del trucco, delle acconciature. E poi ci sono quelle che lo sport lo fanno, come me che adoro la pallavolo e che stanno un po' a metà tra l'uno e l'altro tipo.
In "Mean girls" ci sono le regole di sopravvivenza per liceali?
Sì e te li posso elencare. Primo: fatti gli affari tuoi. Secondo: La vita è troppo corta per rincorrere dei modelli e cercare di essere quello che non si è. Poi il crescere ti insegna anche a perdere le amicizie: dopo il liceo si va al college e si frequentano nuovi gruppi, ognuno va per la sua strada.
Nel tuo liceo c'erano delle persone particolarmente vanitose?
Io ero un po' così. Spesso non si parlava d'altro che di moda, di vestiti, di fidanzamenti. Oggi odio questo tipo di atteggiamento.
In un liceo c'è una certa competizione per la ragazza più popolare, è un po' così anche ad Hollywood?
Io non mi considero in competizione, solo perché si vuole essere alla moda e stare al passo con i tempi non significa che si voglia fare le scarpe a qualcuno. Non mi interessa sapere quello che le mie colleghe fanno o come si vestono o quanti film stanno girando.
Quanto ti diverti ad interpretare i tuoi film? Tina Fey la sceneggiatrice ha detto che seguire "Mean Girls" è stato come trovarsi ad un campus estivo...
Più o meno è stata la stessa sensazione anche per me. Di solito mi diverte moltissimo fare un film, anche perché ho modo di conoscere tanta gente nuova e farmi nuovi amici. In un certo senso con il campus c'è in comune il fatto che invece che rivedere le persone l'estate seguente, le rivedi in ogni occasione legata al film, come nelle conferenze stampa, alle 'prime' ecc.
Con Mark Waters avevi già lavorato in "Quel pazzo venerdì", come consideri questo regista?
Quando lavori con una persona per la seconda volta è molto più semplice perché lui conosce te e ti può sempre dare consigli per farti lavorare al meglio. Io d'altra parte conosco lui ed è più facile parlare con lui, dirgli quali sono le mie sensazioni in ogni momento. È un grande. A volte isterico, ma brillante nel suo lavoro. È sempre pieno di nuove intuizioni e nuove idee e si arrabbia se non riesce a comunicartele. Confermo: mi piace molto lavorare con lui.
Qualche volta temi che il cinema possa portarti via la tua giovinezza?
Questo pensiero mi era già venuto in mente durante "Genitori in trappola", ma a quel tempo mi trovai di fronte ad una scelta. Ho iniziato a posare da piccolissima quindi per me la normalità è questa. Ho pochissime amiche del cuore che capiscono le mie necessità, ma non importa. Trovo nuovi amici sul lavoro, quando mi sposto per fare un film.
La musica è l'altra tua grande passione. Oramai stai mettendo la firma su tutte le colonne sonore dei film che interpreti...
Sì. Spesso ci sono pezzi cantati nei miei film, anche in "Mean Girls". C'erano pezzi miei sia in "Quel pazzo venerdì" che in "Quanto è difficile essere teenager!". Vorrei tenere comunque le due strade ben separate, ma se c'è da far cantare il mio pesonaggio nel film non mi tiro certo indietro.
Il tuo libro preferito?
"Il grande Gatsby"
Guardi la tv? C'è qualcosa che segui con assiduità?
Come potrai immaginare dati i ritmi del mio lavoro, ho molto poco tempo per vedere la televisione, comunque mi piace molto "Sex & the City"
Tra qualche giorno compirai 18 anni, come pensi di festeggiare?
Con la mia famiglia e con i miei amici.
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